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Cronaca

"Boccone del povero", Municipio cita in giudizio la congregazione di suore

Si vuole recuperare il possesso dell'immobile, ma anche i soldi derivanti dalla occupazione protrattasi dopo la scadenza della concessione

Il contributo unificato per l’iscrizione a ruolo è stato pagato. Il Comune di Agrigento ha mosso il passo decisivo per poter citare in giudizio, davanti al tribunale di Agrigento, la congregazione femminile Serve dei poveri “Boccone del povero” e il “Centro di ascolto e accoglienza San Giuseppe Maria Tomasi Onlus”.  

Palazzo dei Giganti, rappresentato e difeso dall’avvocato Antonio Insalaco, intende recuperare il possesso e la disponibilità dei locali a suo tempo concessi alla congregazione femminile “Suore serve dei poveri”, con concessione novennale ormai scaduta e mai rinnovata. E intende recuperare i soldi derivanti dalla occupazione protrattasi dopo la scadenza della concessione. Tutto questo per seguire la strada della razionalizzazione delle spese e del potenziamento delle entrate.

“Alla congregazione i locali erano stati concessi per la creazione di un centro per anziani, mentre invece ha subconcesso la disponibilità dei locali, per la creazione di un servizio di ospitalità e di mensa, al centro di ascolto e di accoglienza ‘San Giuseppe Maria Tomasi Onlus’ – ha già spiegato l’assessore comunale Gerlando Riolo -, senza averlo nemmeno preventivamente comunicato al Comune. Inoltre né tale Onlus, né la congregazione delle suore hanno mai comunicato all’ente le finalità dei ricoveri, le generalità degli ospiti e gli eventuali titoli per godere dell’accoglienza”. Già dal 2015, anche per l’intervento della quarta commissione consiliare, è stato rappresentato alla congregazione – secondo quanto è stato reso noto dal Municipio - la scadenza della concessione novennale, mai rinnovata, e la conseguente necessità di regolarizzare il rapporto locativo. “A tale scopo è stata effettuata una valutazione da parte della commissione tecnica composta da dirigenti del Comune ed è stata comunicata alla congregazione, anche dietro sollecitazione degli organi di controllo finanziario dell’ente, - ha proseguito Riolo -l’entità della locazione degli ultimi 5 anni computata in complessivi 192.600 euro. Nel tempo sono stati effettuati diversi solleciti alla congregazione e infine, lo scorso gennaio, quest’ultima ha dichiarato la propria ‘disponibilità al rilascio dell’immobile in oggetto’ senza tuttavia volere sostenere l’onere finanziario derivante dalla occupazione protrattasi dopo la scadenza della concessione”.

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