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Giovedì, 25 Aprile 2024

Appalti pilotati per favorire la 'Ndrangheta, il blitz "Waterfront" arriva anche nell'Agrigentino

I finanzieri stanno eseguendo decine di misure cautelari e sequestri di beni e imprese per oltre 103 milioni di euro: coinvolti anche 11 funzionari pubblici

Appalti pilotati per agevolare la 'Ndrangheta. Sono decine le misure cautelari e i sequestri di beni e imprese - per oltre 103 milioni di euro - che sono in corso d'esecuzione da parte dei militari della Guardia di finanza di Reggio Calabria assieme al servizio centrale Investigazione criminalità organizzata e ai colleghi dei rispettivi comandi provinciali. L'operazione - che coinvolge 11 funzionari pubblici - è stata denominata “Waterfront". Sono oltre 500 i finanzieri impegnati - dalle prime luci dell’alba - per eseguire i numerosi provvedimenti cautelari personali e patrimoniali nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Messina, Palermo, Trapani, Agrigento, Benevento, Avellino, Milano, Alessandria, Brescia, Gorizia, Pisa, Bologna e Roma.

Operazione “Waterfront”: 63 misure cautelari, coinvolti pure 4 imprenditori agrigentini

L’operazione “Waterfront”, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, rappresenta l’epilogo delle investigazioni condotte dal gruppo Investigazione Criminalità organizzata (G.I.C.O.) del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria per contrastare i profili imprenditoriali della cosca di ‘Ndrangheta “Piromalli”: la cosca che opera nella piana di Gioia Tauro.

Le indagini hanno portato alla luce l’esistenza di un cartello criminale composto da imprenditori e pubblici ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri gravi reati.

Ore 9,35. Ci sono anche un funzionario dell'Anas in servizio a Reggio Calabria, e tecnici dei comuni di Rosarno e Gioia Tauro tra le persone coinvolte nell'inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che stamani ha portato a numerosi arresti in tutta Italia eseguiti della Guardia di finanza nei confronti dei presunti componenti di un cartello criminale composto da imprenditori e funzionari pubblici per pilotare gli appalti e agevolare la cosca Piromalli. Lo riporta l'Ansa. L'operazione, denominata "Waterfront", è il frutto di tre filoni di indagine scaturiti dall'operazione "Cumbertazione" che nel gennaio 2017 portò al fermo di 35 persone ed alla scoperta di un "cartello" di imprenditori sostenuti dalle cosche della 'ndrangheta. Indagando su sette appalti già oggetto di quella inchiesta, i finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico, hanno portato alla luce altre ipotesi di reato di frode in pubbliche forniture portate a termine grazie anche a funzionari pubblici infedeli. Il secondo filone ha preso le mosse da quanto scoperto nel computer di uno degli arrestati in Cumbertazione che ha portato alla scoperta di un altro cartello di imprese al servizio delle cosche. Infine, dalle indagini è emerso - prosegue l'Ansa - il coinvolgimento del responsabile dell'area reggina dell'Anas che avrebbe favorito un imprenditore in cambio del pagamento di somme di denaro in favore della moglie per prestazioni lavorative che secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di finanza, in realtà, non sarebbero mai state svolte. 

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