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Cronaca

Lo sfogo di Moncada: "Il mio 'no' ad Agrigento Capitale della cultura"

Continua a far discutere la "sfida" lanciata dal sindaco Lillo Firetto. Mentre sono tantissimi i messaggi di sostegno arrivati da attori, musicisti, uomini di cultura e scienza, in molti restano scettici

Capitale sì, capitale no. Continua a far discutere la "sfida" lanciata dal sindaco Lillo Firetto per Agrigento Capitale italiana della cultura 2020. Mentre sono tantissimi i messaggi di sostegno arrivati da attori, musicisti, uomini di cultura e scienza, in molti restano scettici di fronte ad un progetto che sembrerebbe impossibile da portare a segno.

Uno di questi è lo scrittore e giornalista agrigentino Raimondo Moncada, che ha pubblicato sul suo blog e sulla sua pagina di Facebook, un articolo che sta facendo discutere, dal titolo inequivocabile: "Il mio no ad Agrigento Capitale della cultura 2020".

"Non sono un disfattista. Non sono un pessimista - scrive Moncada - . Sono un agrigentino malinconico, nato e cresciuto nella sua infanzia nel centro storico di Agrigento.  E sono un agrigentino cresciuto in una sua periferia: il Villaggio Mosè. Due luoghi, due dimensioni: un centro storico meraviglioso col tempo svuotato, mortificato, decaduto e cadente; una periferia amorfa, confusionaria, dimenticata, mal servita (parlo di come l’ho vissuta quando ci sono stato). Agrigento è dentro di me, con tutte le sue anime: la città che aspira, che si lancia, che si anima, che si rassegna, che lascia andare, che si riempie i polmoni del suo mare e l’animo della sua storia millenaria".

"Perché allora mi esprimo così contro la insistita, insistente, candidatura di Agrigento Capitale della Cultura 2020? Forse perché non la ritengo pronta? - prosegue il giornalista e scrittore - Forse perché attraverso via Atenea e mi viene un colpo al cuore? Forse perché arrivo in piazza Don Minzoni, la mia piazza, la piazza dove ho imparato a guidare il mio primo carrettino, e la visione della cattedrale recintata mi fa scendere le lacrime dagli infanti occhi? Forse perché mi faccio un giro per i vicoli della mia vecchia, stanca e ferita città e ne ricevo pugni allo stomaco?".

"Da anni la guardo da lontano Agrigento - scrive ancora Moncada - e quando ci torno mi piace vederla bella e vivere solo la sua bellezza chiudendo gli occhi su tutto il resto che è comunque migliorabile. Il mio non è per niente un endorsement sul 2020. È un lamento, un pianto, un desiderio rimasto deluso. Il mio è, dunque, un no secco ad Agrigento Capitale della Cultura 2020 e un sì deciso ad Agrigento Rifiorita Rispettata Amata Felice, Capitale della Cultura Sempre, da gennaio 2018 in poi".

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