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Cronaca

A mani nude afferrando la felicità, l'agrigentina Roberta Cacciatore: "Il coraggio di cambiare, ho scelto Dublino"

L'odore della pizza della nonna, quello non si dimentica facilmente. I colori ed i sapori, tutto può diventare una nuova vita. Si, è forse questo quello che avrà pensato il nostro nuovo volto della settimana

Sei un imprenditore, uno studente, un pizzaiolo o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Se un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie. 

Piano B? Chi nella vita non ha un secondo piano. Una sorta di scelta alternativa, una strada che conduce dritta alla felicità. Quella vera, con pochi fronzoli e tanta inventiva. Quando la toga ti piace, ma il cappello da chef ti entusiasma e ti emoziona. Si, quel cappello che rievoca ricordi troppo forti per non farne un Credo di vita.

L'odore della pizza della nonna, quello non si dimentica facilmente. I colori ed i sapori, tutto può diventare una nuova realtà. Bella, stimolante e giusta. Si, è forse questo quello che avrà pensato il nostro nuovo volto della settimana. Lei è Roberta Cacciatore, agrigentina doc che dopo essersi laureata in Giurisprudenza ha deciso di fare altro.  

Non perché qualcuno le abbia comandato o imposto questo, ma perché alle aule del tribunale ha preferito dei fornelli di una cucina prestigiosa. Zaino in spalla ed estero come obiettivo. Follia direbbe qualcuno, coraggio e voglia di sentirsi bene direbbe qualche altro.  Ma, al cuor non si comanda, così Roberta, ha preso i suoi libri ed ha messo dentro tanti sogni, ha scelto un posto e lo ha fatto diventare il suo posto nel mondo: Dublino. Ecco la sua storia. 

Ciao Roberta, raccontaci la tua stora

La mia storia è la storia che qualunque altra ragazza/o della mia generazione potrebbe raccontarvi. E' la storia del famoso piano B, della necessità che diventa virtù, del sogno nel cassetto, è la storia di cu nesci e arrinesci. Ho lasciato Agrigento quindici anni fa, subito dopo aver terminato il Liceo Classico Empedocle per studiare Legge all'Università degli Studi di Parma. Dopo la laurea sono ritornata qualche anno ad Agrigento  per svolgere il mio praticantato formativo in consulenza del lavoro ma a causa della crisi sono stata costretta a ritornare ancora una volta a Parma. Ora vivo a Dublino e faccio la Chef in un Radisson Hotel. Nessuna continuità tra Giurisprudenza e il fantastico modo della cucina, solo una grande passione che ho maturato fin da bambina quando in estate mi divertivo a far trovare il pranzo pronto per la mamma e mia sorella o non stancandomi mai di guardare la nonna preparare la pizza. Durante gli anni universitari capivo che c'era qualcosa che mi piaceva più di diritto privato o delle procedure. Mi piaceva sperimentare, provare i grandi classici della cucina italiana e straniera. Ho pensato più volte di mollare il mio percorso universitario per intraprendere quest'altra strada, ma non ero ancora pronta".

–   Perché hai scelto di lasciare Agrigento?

"Anni fa la decisione di lasciare la mia città fu dettata da pura curiosità.Vivere in una città del nord lontana da casa significava per me cominciare ad essere responsabile al 100% di tutto: fare spesa, pagare bollette, studiare, pulire casa, stendere il bucato e ovviamente trovare il tempo di far baldoria con gli amici. Insomma ero curiosa di diventare una giovane donna. Dopo la laurea i lavori che ho svolto erano gratuiti o sottopagati. Ho inviato miliardi di curriculum che non hanno ricevuto risposta. Ho fatto colloqui telefonici, su skype, di gruppo, ho seguito dei corsi post universitari per avere una specializzazione maggiore ma non è cambiato niente. Ho cercato anche un lavoro diverso da quello per cui avevo studiato e anche quello è stato un fallimento. Ho sofferto molto per questo. Quando ti vengono chiuse così tante porte cominci a pensare che non vali tanto, perdi fiducia in te stesso, non hai voglia di uscire con gli amici perché non hai soldi e perché sei assolutamente noioso lamentandoti di continuo per un lavoro che non hai. La delusione era talmente grande da avermi fatto superare la paura di lasciare la mia bella Italia per andare a vivere lontano dove si parla una lingua diversa dalla mia. E così è da 9 mesi che vivo in Irlanda a Dublino. Quattro giorni dopo essere arrivata qui ho trovato lavoro, potete immaginare il mio stupore? Sono davvero felice adesso".

–   Ti manca la tua città?

"Mi manca tantissimo perché li vivono le persone che più amo al mondo e gli amici storici. Mi manca il mare, la Valle, le giornate di sole, il cibo e le persone che parlano il mio dialetto".

–   Cosa cambieresti di Agrigento?

"I problemi di sempre: l'illuminazione delle strade, il verde e i trasporti pubblici, l'inquinamento delle spiagge e del mare. Queste cose non si risolvono da sole è necessario l'impegno dei politici e di tutta la cittadinanza, che si cambi mentalità. Un impegno concreto per Agrigento che ha la fortuna di essere naturalmente bella, uno spettacolo a cielo aperto ma che ha bisogno di cure e attenzione per evolversi e diventare la città che tutti speriamo".

–   Hai un consiglio per i giovani agrigentini?

"Più di uno. Studiare l'inglese, non necessariamente perché si ha la prospettiva di vivere all'estero ma perché è meraviglioso comunicare con gente di tutto il mondo e la nostra città con il Festival del mandorlo in fiore e con i turisti che sempre più scelgono Agrigento come meta per le loro vacanze vi consente di praticarlo e di essere ancora più accoglienti. Se decidete di rimanere ad Agrigento ricordate che l.art 1 della Costituzione Italiana dice che “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Lavoro. No stage che invece è un lavoro subordinato a tutti gli effetti ma pagato la metà, no lavoro con una qualifica inferiore rispetto a quella che si ha, no lavoro nero. Denunciate se volete che le cose cambino. Rispettate le spiagge, il mare, la Valle e ogni angolo della città, e custoditeli come la cosa più preziosa al mondo perché quella è casa vostra".

–   Sogni di tornare?"

"Al momento sogno di tornare in vacanza". 

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