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Cronaca

Sacerdote picchiato da balordi, no dalla Procura per la messa alla prova di un imputato

Secondo il pm non ha diritto all'estinzione della pena per via dei numerosi precedenti

La difesa di uno dei sette giovani accusato di avere devastato un bar e picchiato il sacerdote che aveva provato a sedare gli animi, chiede la cosiddetta “messa alla prova”. Il pubblico ministero si oppone rappresentando che “l’imputato ha diversi precedenti penali” e, quindi, non avrebbe diritto a beneficiare di questo istituto che prevede l’estinzione della pena dopo l’eventuale superamento di un programma di recupero.

L’episodio al centro della vicenda è avvenuto il 19 febbraio del 2014. Il gruppo di sette giovani, per ragioni mai chiarite, avrebbe preso di mira un bar del Quadrivio Spinasanta aggredendo selvaggiamente il fratello del titolare e una donna che era all'interno. Entrambi furono presi a calci e pugni. L’uomo, in particolare, riportò un grave trauma facciale con una prognosi di trenta giorni.

Contusioni varie per la donna che se la cavò con cinque giorni. Il bar, però, fu quasi distrutto: gli aggressori avrebbero infatti distrutto sedie, vetrate e altri oggetti. Don Mario Sorce, parroco del Quadrivio Spinasanta, ha sentito le grida dal suo ufficio ed è sceso per calmare gli animi venendo, invece, a sua volta aggredito. Cinque anni dopo l’assalto, sette giovani sono finiti processo. Si tratta di Giuseppe Contrino, 34 anni; Nizan Bhiri, 33 anni; Salvatore Capraro, 30 anni; Silvestre Giovanni Russo, 29 anni; Stefano Davide Burgio, 35 anni; Angelo Caparezza, 24 anni; e Gabriele Minio, 30 anni; tutti di Agrigento. Ieri mattina l’avvocato Ninni Giardina ha chiesto, per Contrino, la cosiddetta “messa alla prova”: in sostanza, se il giudice Andrea Terranova darà il via libera, si sottoporrà a un programma di recupero svolgendo dei lavori non retribuiti di pubblica utilità e, in caso di superamento, il reato sarà considerato estinto. Il pm Fabrizia Fasulo si è opposta e il giudice deciderà il 9 dicembre. Agli imputati vengono contestati i reati di danneggiamento e lesioni aggravate. I difensori (nel collegio anche gli avvocati Daniele Re, Fabio Inglima Modica, Giovanni Gallo Afflitto e Salvatore Bruccoleri, Francesco Tedesco e Giovanni Trupia), prima dell’eventuale apertura del dibattimento, potranno chiedere il giudizio abbreviato o il patteggiamento. 

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