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Venerdì, 29 Marzo 2024
Trinacria selvaggia

Trinacria selvaggia

A cura di Antonio Vanadia

Punta Bianca e Montagna Grande, una costa da difendere

Il sito, malgrado la vicinanza agli agglomerati urbani, conserva un grande fascino

Punta bianca, malgrado la sua vicinanza agli agglomerati di S.Leone, Zingarello e Cannatello, conserva un  fascino e un’importanza di un certo spessore che si basano sul paesaggio e sulla diversità genetica. L’area in oggetto è contigua con l’integra costa di Monte Grande che culmina nell’immacolata cala del castello chiaramontano a picco sul mare.
Dal punto di vista storico e archeologico la vasta area risulta essere stata sede di insediamenti umani nell’età del bronzo e di un centro di raffinazione e raccolta dello zolfo.
Se  pescatori e cacciatori di frodo e i proprietari di 4x4 e moto venissero fermati per sempre la  natura della costa Monte Grande-Punta bianca risorgerebbe come la fenice dalle proprie ceneri.
Il mesolitorale (la zona del litorale emersa in condizioni di bassa marea e sommersa con l'alta marea) di Punta Bianca è ricchissimo di vita :molluschi, crostacei, e chinodermi e pesci colonizzano le pozze di marea.
Paguri con conchiglie a seguito, trasparenti gamberi, granchi corridori,granchi favolli dalle robuste e minacciose chele, tutti cercano febbrilmente il loro cibo fra gli scogli mentre sinuose e serpentine ofiure si muovono sul fondo e ricci brucano alghe.Il polpo tende i suoi agguati all’ingresso della tana mentre piccole spigole insidiano cefaletti ;bavose e ghiozzi curiosi attendono immobili le prede e le attinie danzano ritmicamente spinte dal flusso e riflusso delle acque .Di grande bellezza sono le caratteristiche alghe coralline dal tallo impregnato di calcare dalle stupende colorazioni rosa e viola e dalle forme che ricordano petali pietrificati,tali formazioni sono visibili all’interno di nicchie e anfratti poco illuminati.
Il mesolitorale è periodicamente visitato da cormorani, aironi, martin pescatori e garzette che predano i pesci intrappolati all’interno delle pozze di marea,capita di veder volteggiare anche il falco pescatore.
Il gheppio, la poiana, l’assiolo e la civetta sono rapaci che cercano le loro prede sorvolando falesie, radure e promontori. Volpi, conigli selvatici ed istrici condividono l’ambiente di gariga e le accidentate contrade costiere.
Attualmente questo stupendo scampolo di natura è in stato d’abbandono e nella disponibilità di balordi e teppisti che imbracciano fucili, gettano reti e depredano ricci. L’unico ambientalista che si è speso e si spende per la tutela dell’area è Claudio lombardo, credo che debba essere affiancato dalle istituzioni in questa meritoria opera di salvaguardia e recupero di un bene comune.

Punta Bianca e Montagna Grande, una costa da difendere

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