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Trinacria selvaggia

Trinacria selvaggia

A cura di Antonio Vanadia

Linosa, l'isola remota

Il mare lambisce le barche in secca e i muri delle case più vicine vengono raggiunti dal vento carico di sale

Linosa sorge sul bordo di un bacino abissale percorso da vorticose correnti . E'una nera isola basaltica con coni vulcanici che ricordano la sua parossistica e violenta nascita avvenuta in tre fasi in un periodo compreso fra un milione e 530.000 anni fa; in quell'era lontana il magma detonava giungendo in contatto con le acque marine ,grige nubi sulfuree si sollevavano attraversate da fulmini,fortissime esplosioni accompagnavano la proiezione di bombe vulcaniche mentre piogge di incandescenti e sibilanti lapilli butteravano la superficie dell'isola.

Plinio il Vecchio la ricorda nella sua Naturalis Historia come ''Aethusa'';Linosa nei millenni non fu mai stabilmente colonizzata ,rappresentò essenzialmente un luogo di riparo e ristoro temporaneo per gli equipaggi delle navi fenicie,greche,romane,saracene e cristiane ,i romani scavarono nel tufo vulcanico centinaia di cisterne per raccogliere l'acqua. I fondali isolani sono pieni dei resti di disastrosi naufragi avvenuti in varie epoche ; i venti,le correnti ,le irte e affilate scogliere basaltiche non perdonano e non ammettono nocchieri imprudenti.

Linosa fu ufficialmente colonizzata il 24 aprile 1845.

Cosi' il Capitano di Fregata Bernardo Maria Sanvisente relazionò sulla sua presa in possesso di Linosa in nome e per conto di Sua Maestà Ferdinando II Re del Regno delle due Sicilie:''Al finire del 1844 ci pervenne l'ordine di doversi benanche colonizzare l'isola di Linosa,e poscia essendo giunti da Girgenti qua in Lampedusa 30 individui per quell'isola tra i quali un Deputato Sanitario con le funzioni di Sindaco,un Sacerdote per la cura delle anime,ed un Medico da Cancelliere Comunale,con maestri di diverse arti e mestieri;allorchè fu pronta la spedizione in modo da potersi con sicurezza effettuare ,si partiva per quella volta al 24 aprile 1845 ,e il giorno dopo si prendeva della stessa il possesso."

Adesso Linosa è un tranquillo paesino dai vivaci color pastello con gerani e pervinche multicolori che pendono come ghirlande da balconi e finestre ,grossi gatti sornioni prendono il sole su marciapiedi tirati a lustro mentre gli isolani tornano dalla ubertosa campagna con capperi,pomodori e lenticchie e i pescatori giungono in porto con tonni e lampughe dai metallici riflessi,scorfani rossi,bronzee corvine e pagri dai denti aguzzi.Quando soffia il libeccio le onde investono lo ''Scalo vecchio'', il mare lambisce le barche in secca e i muri delle case più vicine vengono raggiunti dal vento carico di sale.Un antico adagio siciliano recita :''U libici mai beni fici e si beni fici nun era libici'

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