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Giovedì, 28 Marzo 2024
Trinacria selvaggia

Trinacria selvaggia

A cura di Antonio Vanadia

La Sicilia brucia: di chi è la colpa?

Centinaia di incendi vengono appiccati simultaneamente in tutte le province dell'Isola. I moventi? Sono tantissimi

Giovedi 16 giugno, durante la notte, centinaia di incendi vengono appiccati simultaneamente in tutte le province dell'Isola, bruciano i boschi dal Messinese all'Agrigentino e dal Palermitano all'Ennese.

Come al solito, dopo i disastri, il palleggio misero e miserando delle responsabilità, sta di fatto che i roghi non sono da addebitarsi ad autocombustione, fenomeno rarissimo in natura, e allora quali i moventi e le responsabilità? Moventi a iosa: pastori ai quali è stato interdetto il pascolo, bracconieri che non vogliono coni d'ombra quando usano i fari, vendette contro le istituzioni e gli enti preposti alla tutela del patrimonio boschivo, inadempienze, mancanza di organizzazione, pressapochismo, scarsità di mezzi finanziari, piromani ammalati di protagonismo, mafia e chi più ne ha più ne metta.

A pensar male spesso non si sbaglia, a pelle ho l'impressione che dietro questo inferno ci sia una regia, troppa sincronizzazione, la scelta delle ore notturne, il forte vento di scirocco che era stato previsto dai servizi meteo, la volontà terroristica di fare il massimo danno.

Poi c'è stata la mancanza di fondi che non ha permesso di fare manutenzione ai boschi demaniali, la cronica insufficienza di mezzi, la mancanza di una sorveglianza satellitare ad alta risoluzione per vigilare sulla sicurezza del patrimonio boschivo. Insomma, i mezzi per difendere i boschi e dissuadere i criminali esistono, e allora fuori i soldi per difendere il patrimonio naturale siciliano. Basta con le sagre, i seminari, i gemellaggi, le sovvenzioni a testate, teatri, cinematografia, associazioni, enti... il denaro del contribuente va investito per la tutela del patrimonio naturale.

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