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Martedì, 23 Aprile 2024
Trinacria selvaggia

Trinacria selvaggia

A cura di Antonio Vanadia

Piccole vele del Pelago

Questi cnidari formano grandi gruppi e sono  appetiti da pesci luna e tartarughe marine. Le velelle si cibano di organismi planctonici che catturano e uccidono con i loro tentacoli urticanti non pericolosi per la pelle degli esseri umani

La Velella è un idrozoo pelagico formato da diversi individui che vive galleggiando sulla superficie marina grazie a camere d’aria; morfologicamente ha l’aspetto di un disco sul quale vi è una cresta triangolare lucida e trasparente, simile in tutto ad una vela, questa escrescenza serve all’organismo per spostarsi passivamente spinto dal vento sulla superficie marina.

Questi cnidari formano grandi gruppi e sono  appetiti da pesci luna e tartarughe marine. Le velelle si cibano di organismi planctonici che catturano e uccidono con i loro tentacoli urticanti non pericolosi per la pelle degli esseri umani (evitare comunque di stropicciarsi gli occhi dopo aver toccato le velelle).

In primavera si moltiplicano, in questa stagione, ed anche in autunno, le velelle concludono il ciclo vitale; correnti, venti e onde le trasportano in spiaggia dove a decine di migliaia trovano la morte. Sono splendidamente colorate di un blu elettrico, possiedono questa stupenda livrea grazie alla presenza di particolari pigmenti: le astaxantine.

La Velella e la sua conchiglia

Quando le velelle giungono a riva, spesso sotto i loro dischi si trovano attaccate delle bianche ed eleganti conchiglie; si tratta del gasteropode "Janthina pallida". Questo mollusco pelagico galleggia in superficie grazie alla bava che secerne che indurendosi ingloba aria formando un "salvagente", quando incontra una velella si attacca al suo disco lasciandosi trasportare da essa per poi divorarla.

Le foto che illustrano questa nota le ho scattate presso la spiaggia della riserva naturale di Torre Salsa.

Piccole vele del Pelago

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