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Trinacria selvaggia

Trinacria selvaggia

A cura di Antonio Vanadia

C'era una volta Lampedusa.....

Sono fortunato, ho conosciuto una Lampedusa degna della penna di Hugo Pratt, Conrad e Coloane. Una Lampedusa che non esiste più

La pace e la serenità regnavano sovrane, circolavano pochissimi mezzi a motore, niente supermercati, pasticcerie, negozi, pizzerie, discoteche, non esistevano alberghi,  ''B&B'', camping, ma solo una piccola pensione e le case dei pescatori e per mangiare un paio di arrangiati e pionieristici ristorantini a conduzione familiare, un paio di panifici, il pesce bastava scendere al porto, sgombri, sarde, alacce venivano regalate.

Il mare lampedusano a quell'epoca non conosceva lo sfregio e il degrado dell'inquinamento turistico e quello di una devastante pressione di pesca; ben ricordo i magazzini di Cala Salina ove affluiva quotidianamente il pescato: i rosati pagri di oltre 25 chili dalle massicce mascelle armate da denti aguzzi, le enormi cernie, le ceste piene di grosse aragoste che sbattevano sonoramente le code come nacchere,  le ricciole gigantesche e i dentici di inusitata taglia dai bagliori metallici.

E la pace e la tranquillità della baia dell' ''Isola dei conigli'', in quel famoso 21 luglio 1969 (Neil Armstrong poneva il piede sulla superficie lunare ) a mezzogiorno in spiaggia vi ero soltanto io,  la famiglia e uno stormo di vocianti gabbiani reali che volteggiavano riflettendo all'interno delle loro ali i fantasmagorici riflessi smeraldini della superficie marina; trascorsi in quel luogo alcune delle ore più belle della mia esistenza, ero in uno scenario naturale di selvaggio e incantato isolamento.

Ricordo che esplorai la spiaggia canticchiando la colonna sonora del ''Robinson Crusoe'' televisivo,  rimasi di stucco nel trovare il piastrone di una gigantesca tartaruga marina. Cala Pulcino (che vedete ritratta in questa mia foto dell'agosto del 1980), la ''tabaccara'', ''cala croce'' non conoscevano lo stupro del turismo di massa.

La sera i vicoli del paese dai bianchi muri calcinati irradiavano il calore immagazzinato nell'infuocato meriggio e risuonavano delle voci argentine dei bambini che si rincorrevano, mentre nell'aria si spandeva il profumo del pesce arrostito dinanzi l'uscio di casa. Sono fortunato,  ho conosciuto una Lampedusa degna della penna di Hugo Pratt, Conrad e Coloane. Una Lampedusa che non esiste più.

C'era una volta Lampedusa.....

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