rotate-mobile

Riprendiamoci il gusto del bello

In uno dei miei giorni di ferie passati ad Agrigento sono giunto ad una conclusione forte che mi ha fatto riflettere per molto tempo e allo stesso tempo accomunare molti problemi cittadini attorno ad un unico concetto: abbiamo perso il gusto del bello

La bellezza ci farà fiorire di nuovo. (Giancarlo Giannini).

Oggi voglio parlarvi di qualcosa che ho per la testa da diverso tempo. In uno dei miei giorni di ferie passati ad Agrigento, girando per la città, osservando le strade, scrutando il calendario degli eventi sono giunto ad una conclusione forte che mi ha fatto riflettere per molto tempo e allo stesso tempo accomunare molti problemi cittadini attorno ad un unico concetto, semplice, breve, riassuntivo, abbiamo perso il gusto del bello.

Cosa intendo con questa frase? 

Con queste parole voglio dire che abbiamo perso l’arte del saper fare le cose bene e anche da tanto tempo. Guardando ad Agrigento e a tutto ciò che facciamo e che abbiamo fatto nel nostro recente passato sembra che abbiamo perso quella cura minuziosa, quell'attenzione maniacale, quella dolcezza e quell'amore che riesce a far sì che una cosa oltre ad essere fatta, venga fatta bene e risulti bella, gradevole all'occhio, piacevole da vivere, un esperienza che ogni cittadino vorrebbe vivere, un panorama che ogni turista vorrebbe osservare o un piatto tipico che tutti vogliono assaggiare.

Adesso voi penserete cosa c'entra questo con la condizione in cui versa la città? E io vi rispondo con una domanda, avete visto mai delle foto di come era Agrigento? Se no, qua potete trovare un video della nostra citta’ e ammirare la sua bellezza passata 

Adesso vi voglio invitare a partire da quelle fotografie e poi immaginare per 3 secondi come potrebbe essere adesso la città se negli ultimi 50 anni non si fosse pensato soltanto a fare le cose ma si fosse pensato a fare le cose bene e renderle belle. 

Probabilmente avremmo ancora Villa Garibaldi come fiore all'occhiello del centro storico, non avremmo il Ponte Morandi ma un parco archeologico e culturale immerso nella valle, avremmo una San Leone che guarda interamente al mare, non avremmo il palazzo Standa, avremmo ancora la sagra (quella che ricordiamo tutti), avremmo conservato tutte le nostre buone tradizioni.

Il concetto di bellezza, è un concetto complesso che passa per i nostri sensi, letteralmente viene definito da Wikipedia come: "L'insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi, che suscitano sensazioni piacevoli che attribuiamo a concetti, oggetti, animali o persone nell'universo osservato, che si sente istantaneamente durante l'esperienza, che si sviluppa spontaneamente e tende a collegarsi ad un contenuto emozionale positivo. Nel suo senso più profondo, la bellezza genera un senso di riflessione benevola sul significato della propria esistenza dentro il mondo naturale".

Da appassionato della storia della mia città ho trovato online diversi video realizzati da Teleacras e dal professore Elio di Bella che parlano della nostra città, com'era Agrigento. Ho passato del tempo a guardare questi video per capire come era prima la città, per paragonarla ad oggi e per vedere quali scelte scellerate hanno portato al punto in cui versa oggi. 

Il mio sogno è quello di riportare nella nostra città la nostra bellezza, quella che ci appartiene, quella delle persone che fanno festa per tradizione, che non lasciano nulla al caso, quella delle persone che fanno tutto con il cuore e cura per i particolari e mi piacerebbe che riuscissimo a coniugare questa bellezza intrinseca e storica con i canoni di bellezza internazionale.

La bellezza si trova in tante cose, si può trovare in una passeggiata, in un paesaggio, in un palazzo, ad un evento, in ogni singolo istante che la nostra città può offrirci un po' di se.Nelle scorse settimane circolava online un vecchio articolo con un saggio del maestro, Andrea Cammilleri, leggendo quel racconto ho ricordato una nostra usanza persa, quella del pupo di zucchero il giorno dei morti (https://monicagoncalves.com/2012/10/29/il-giorno-che-i-morti-persero-la-strada-di-casa-andrea-camilleri/) ed è stato bellissimo ricordare una tradizione, un prodotto particolare legato a quella tradizione e soprattutto scoprire quella tradizione per come era veramente in passato.

Guardando al passato abbiamo la tradizione a farci da scudo, guardando al futuro abbiamo tutte le altre città siciliane, italiane, straniere da cui prendere esempio.

Concetti o esempi semplici possono aiutarci a scoprire nuovi modi per realizzare attrazioni per i cittadini e i turisti, basta pensare ad esempio al caso della Municipalità di Agueda in portogallo dove nel mese di Luglio il corso principale della città viene coperto di ombrelli colorati per creare una piacevole passeggiata e ombra per tutti i passanti. Un altro esempio proveniente da una mia esperienza personale è quello di Praga, una città splendida, piena di storia ed esperienze in cui per tre giorni ho camminato almeno 15 km al giorno. Mentre andavo a prendere il bus per Monaco, all'interno della stazione centrale ho sentito un pianoforte suonare, un suono veramente melodico che ha catturato la mia attenzione fino al punto in cui mi sono avvicinato a sentire chi stesse suonando. 

Arrivato sul luogo ho trovato un trolley e una persona con un biglietto del treno poggiato sul pianoforte che stava suonando circondata da passanti. Ho chiesto informazioni e mi è stato spiegato che quella persona era un passante che si è voluto fermare a suonare, perchè in diverse parti della città erano stati posizionati degli strumenti musicali a disposizione dei passanti e i soldi raccolti in queste esibizioni venivano spesi per comprare altri strumenti. 

Tutto era parte di un progetto che si chiama “Piana na Ulici”, pianoforti in città (https://www.piananaulici.cz/o-projektu/) e questo progetto era diventato molto famoso per via di un vigile urbano che si è voluto fermare a suonare mentre era in servizio ed è stato ripreso e caricato su Youtube diventando Viral (https://www.youtube.com/watch?v=0iHo6Y32Wf0).

Pianisti a Praga

Io penso che se insieme riportassimo alla luce il nostro gusto del bello, iniziassimo ad applicare questo concetto in tutto quello che viene fatto in citta’ e per la città dimostrando anche un po’ di sana apertura nei confronti dei turisti e nei confronti degli altri luoghi da prendere come esempio potremmo cambiare radicalmente la faccia di Agrigento, riportandola piano piano allo splendore a cui storicamente è stata destinata. Basta poco, da parte di tutti, basta poco per cambiare la via atenea, basta poco per cambiare San Leone, basta poco per cambiare il Viale, basta poco per cambiare Agrigento e quel poco dipende anche da tutti noi.

È stata la bella che ha ucciso la bestia. (King Kong)

Mi piacerebbe trasformare questo articolo in qualcosa di stabile, una rubrica che possa portare un contributo alla città e che derivi dalla condivisione con tutti voi e dalla discussione su diverse tematiche.

Il bello si trova in tante cose, dall’architettura alla cucina, dall’urbanistica alla fotografia, dagli eventi alle manifestazioni sono tanti gli ambiti di approfondimento e per questo vi chiedo di condividere le vostre idee per la città con noi di modo da poterne parlare insieme e dare a queste idee o esperienze la meritata visibilità.

A Presto

GL Randisi

Riprendiamoci il gusto del bello

AgrigentoNotizie è in caricamento