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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Mamma, vado ad insegnare italiano in Turchia", storia di una 22enne agrigentina

Enrica Dalli Cardillo, laureanda in Lingue e culture del Mediterraneo e del Medio Oriente all'Università "Ca Foscari" di Venezia. Oggi vive e lavora in Turchia. Una ragazza che ha fegato, passione e voglia di scoperta da fare invidia a tutti

Oggi parliamo di una storia molto bella. Parliamo di una ragazza di soli 22 anni, una ragazza che ha basato le sue scelte su un sogno; una ragazza che è emigrata in Turchia dove oggi a soli 22 anni insegna Italiano. Oggi parliamo di Enrica Dalli Cardillo, laureanda in Lingue e culture del Mediterraneo e del Medio Oriente all'Università "Ca Foscari" di Venezia , una ragazza che ha fegato, passione e voglia di scoperta da fare invidia a tutti.

Ci racconti un po' la tua storia da emigrata? Dove sei finita? 
All'età di 18 anni, subito dopo il diploma, ho lasciato la nostra bella Girgenti per andare a studiare turco e arabo a Venezia (una follia, secondo la gente), e da li poi sono finita in Turchia, dove adesso vivo da un anno e mezzo. E' stato per me un sogno rincorso e - con fatica e fortuna - realizzato. Studiare turco è stata una scelta, possiamo dire, "rischiosa"; non è sicuramente una di quelle scelte che ti assicurano quel tanto desiderato lavoro, rischi di studiare e fare sacrifici per anni per poi ritrovarti con in mano una laurea che in Italia non ti permetterà di far nulla. Ma io, fin dal primo istante, ho sempre creduto in quello che facevo. Forse è stata questa la mia più grande fortuna, andare contro tutto e tutti per rincorrere un sogno, il mio sogno, vivere in un posto meraviglioso come la Turchia, convivere con i turchi, e sentirmi lì a casa. Perché sì, nonostante sia per me un paese straniero in effetti non lo è mai stato. Fin dal primo giorno questo popolo mi ha fatto sentire a casa e mai all'estero.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso?
Fin dal primo anno di università parlavo il turco e la voglia di andare in Turchia si faceva sempre più forte, ma purtroppo le mie possibilità economiche non me lo permettevano. Così ho iniziato a "lavorare" a fare domande per ottenere agevolazioni, borse di studio fin quando risulto, al secondo anno, vincitrice della borsa di studio Erasmus. E così parto, destinazione Istanbul. L'obiettivo del mio Erasmus era chiaro e ben preciso, a differenza del solito: io ero andata con lo scopo di vedere quante possibilità avessi di vivere e lavorare bene in quel posto e non solo per divertimento. Così dopo aver trascorso 6 mesi ad Istanbul studiando alla Yeditepe University seguendo le lezioni e facendo gli esami in lingua Turca, torno in Italia con la sicurezza di ritornare in Turchia in pianta stabile. Il mio livello di turco è migliorato tantissimo e lì vivo davvero bene. Il ritorno ad Agrigento è stato forte, la gente (non tutti per fortuna, ma in gran parte) continuava a dirmi di lasciar perdere di studiare il turco e fare altro, continuava a dirmi che non avrei avuto opportunità di lavoro, e adesso dopo ben 2 anni ne approfitto per ringraziare coloro che non hanno creduto in quello che stavo facendo perché anche grazie a loro sono diventata più determinata, con la voglia matta di dimostrare a tutti che si stavano sbagliando. Così ho fatto, e adesso lavoro come insegnante da un anno a Bursa, una città stupenda che dista circa 2 ore e mezzo da Istanbul. Ho insegnato per un anno italiano ai turchi ad Akademi Italya, una scuola privata di lingua in cui si studia italiano, e ho insegnato turco a due bambini italiani presso il Ted Bursa Koleji, una delle migliori scuole presenti in tutte le maggiori città della Turchia. Non avevo fatto nulla per trovare questo lavoro, ero appena tornata dall'Erasmus e pensavo di dover rimanere in Italia per almeno un anno, ma questa volta la famosa "manna dal cielo" è arrivata. Ci sono dei treni che passano una sola volta nella vita, devi solo avere il coraggio di salirci, e se io non ci fossi salita me ne sarei pentita per tutto il resto della mia vita. Sapevo che in Italia non avrei mai avuto la possibilità di lavorare sfruttando il turco, forse l'unica sarebbe stata quella di lavorare part-time in un'azienda, al Nord Italia (da me non molto amato), e quindi la scelta come potete ben capire è stata facile. Tra "la bella vita" in Turchia e "la vitaccia" al Nord, ovviamente fai subito i bagagli e parti, perché a quest'età,  22 anni, non abbiamo nulla da perdere, ma tutto da guadagnare. 

Quali i pro e i contro di "emigrare"?
Emigrare all'estero ti permette di ampliare le tue conoscenze, di crescere in maniera più rapida, di conoscere usi e costumi di altri popoli da te sconosciuti, ti permette di riflettere di più sul tuo paese e sul tuo popolo. Avere la possibilità di viaggiare in giro per la Turchia, senza problemi di trasporto, senza dover programmare mesi prima una vacanza, anche il solo fatto di uscire la mattina per andare a lavoro senza il bisogno di guardare l'orologio per capire a che ora prendere l'autobus, perché lì passano sempre gli autobus. E quando vedi come rendono tutto più facile pensi ad Agrigento, alla tua amata città, e ti ritrovi a fare così tanti paragoni, che non fanno altro che portarti rabbia. Emigrare in Turchia, è stato per me ritrovare un po' della mia terra. Perché le similitudini con la Sicilia sono davvero tante, sia nei pregi che nei difetti, con la differenza che in Turchia si tende a valorizzare tutto ciò che possa agevolare e far crescere sempre più il turismo. Facendo attenzione ai minimi particolari, quello che noi, ad Agrigento, spesso e volentieri non facciamo. Ovviamente tra i contro c'è la distanza dalla famiglia, dalla tua casa; c'è anche la difficoltà di convivere con una cultura diversa che per quanto tu possa amare e rispettare non è la tua. Ciò ti porta a cambiare, ad essere più tollerante, più comprensivo, e ad accettare con più facilità le differenze. 

Qual è il tuo primo lavoro? Come è stato l'impatto con il lavoro?
Alla proposta "vuoi insegnare italiano?" ero molto titubante, preoccupata, non avevo mai insegnato, non sapevo nemmeno se sarei mai stata in grado di farlo, ma ho tentato con la consapevolezza che se ci metti amore, passione e serietà in quello che fai, non potrà mai andare male. I primi mesi è stata dura, spiegare e insegnare la tua madre lingua non è così facile come si pensa, soprattutto se non hai studiato nella facoltà "italiano per stranieri". Dopo solo 2 settimane dal mio arrivo a Bursa mi chiedono di insegnare il turco a due bambini italiani figli del nuovo direttore della Fiat. Dopo solo un mese anche la madre dei bambini decide di prendere lezioni da me, e non si tratta più di grammatica ma di conversazione. All'inizio non sai nemmeno da dove iniziare, poi invece tutto diventa più semplice e se hai la fortuna di amare quello che fai, lo fai anche con piacere. Non c'è niente di più bello che sentirsi apprezzati e stimati, e quando i tuoi studenti ti ringraziano per il lavoro svolto, quando nel giro di pochi mesi passano dal semplice "ciao" a fare dei discorsi usando il "congiuntivo" che noi stessi italiani spesso non sappiamo usare, e' proprio in quei momenti che ti senti realizzata, che la fatica del lavoro svanisce perché le soddisfazioni sono superiori. I lati negativi di questo lavoro non sono molti più che altro il problema sta nel diritto sul lavoro che in Turchia e' ancora un po' carente. Ore di lavoro extra non previste dal contratto, poca sicurezza, ma se hai la fortuna di avere un datore di lavoro serio, non avrai problemi simili. 

Quali piani hai per il futuro e cosa ti spinge ad andare sempre avanti?
Adesso, cercherò di laurearmi nel più breve tempo possibile, con l'obiettivo di continuare ad insegnare e migliorare le lingue studiate. Sono le soddisfazioni ottenute che ti spingono ad andare avanti con sempre maggiore forza e grinta per questo ho deciso di continuare il mio percorso in Turchia, in privato. 

Qual è il ricordo più bello finora e quello più brutto?
Il ricordo più bello.. uno dei miei studenti che in italiano mi dice "Prof, sei la cosa più bella che ci sia mai capitata, grazie per quello che hai fatto per noi, ti stimo, sei una persona stupenda", chi mi conosce sa bene che non sono una persona che ama vantarsi ma posso dire con tanto orgoglio che questa è una delle tante mail di ringraziamento che mi sono arrivate dai miei studenti. Per quanto riguarda il ricordo più brutto.. non mi viene nulla in mente, non ho brutti ricordi ;) 

Cosa consigli ai giovani siciliani?
Cosa consiglio ai giovani siciliani… bella domanda. Non mi sento nella posizione di dare dei veri e propri consigli, ma sicuramente posso dare il mio parere. Come prima cosa mi piacerebbe che fossero più sicuri di loro stessi, più coraggiosi.. quel continuo atteggiamento passivo alla vita, quella "pedatina" per ottenere il posto fisso, Basta! E' ora di mettersi in campo e mostrare le capacità che avete, perché ho così tanti amici che hanno capacità uniche, rare, ma che abbandonano per la poca sicurezza in se stessi. A volte mi sento dire "Enri, non ho soldi per andare a studiare fuori", nemmeno io li avevo, ma VOLERE E POTERE. Se vuoi davvero ottenere qualcosa non esistono ne scuse ne limiti. Diciamo che la bella vita, siciliana piace a tutti, uscire ogni sera, aperitivo con gli amici, quattro chiacchiere, discoteche, però tutti ci lamentiamo e non facciamo mai nulla per cambiare le cose. Fate un po' di sacrifici e cercate di viaggiare, uscite dalla Sicilia e conoscete il mondo, e non parla una benestante che grazie agli aiuti della famiglia ha viaggiato, ma ve lo dice una persona che ha fatto tanti sacrifici per non restare bloccata in una città che purtroppo a me, dopo un po’ di tempo non mi dava e non mi da ciò di cui ho bisogno. Il mio non vuole essere uno stimolo a lasciare definitivamente la propria terra anzi, voglio dire di prendere spunto da paesi migliori del nostro e tornare in Sicilia sfruttando tutto ciò che avete conosciuto e imparato. A tal proposito colgo l'occasione per fare i miei complimenti alle varie iniziative, diventate adesso delle vere associazioni come "Nonsostare". E' proprio questo quello che vorrei per Agrigento, ragazzi come quelli di questa associazione con la voglia di cambiare le cose perché se quello che ci circonda non lo cambia lo stato possiamo provare a cambiarlo noi, dovremmo fare tutti così.  Vedendo le varie iniziative organizzate da questa associazione mi sono sentita orgogliosa di essere agrigentina, di essere amica/conoscente di alcuni di loro.  

Quale pensi sia un grande problema della Sicilia e come lo vorresti risolvere?
Il più grande problema della Sicilia è la rassegnazione, perché noi siamo nati in Sicilia e in Sicilia non c'è niente, c'è la mafia e ci sarà per sempre. Luoghi comuni, e sarebbe ora di smetterla di piangersi addosso. Le cose si possono cambiare, se si vuole. Bisognerebbe partire da un cambiamento culturale, iniziare a dare importanza alle magnifiche risorse che abbiamo dandogli il giusto valore e splendore. Bisogna andare avanti per stare al passo con il mondo e non restare indietro. Bisogna iniziare a dare un valore economico a quello che ci circonda e dovremmo anche iniziare a sviluppare il concetto di meritocrazia. Noi siamo un popolo che ad esempio tiene senza lavoro un ragazzo che parla perfettamente 3 lingue per avere agli sportelli dell’aeroporto a Catania gente che non sa una parola  in inglese, e questo e’ un paradosso, perche’ abbiamo tanto potenziale non sfruttato sotto diversi punti di vista. Bisognerebbe dare importanza ai turisti, trattandoli da re e non facciamoli scappare perche’ questi potrebbero essere la nostra maggior fonte di guadagno. 

Qual è il tuo sogno più grande?
Il mio più grande sogno: che i miei figli lascino la propria terra solo per curiosità e non per bisogno. Che vadano all'estero per migliorarsi e per poi attuare i miglioramenti nella loro stessa terra. E' un po quello che fanno i giovani turchi, studiano fuori dalla loro città/paese e poi ritornano attuando tutto ciò che di buono hanno imparato fuori.  Concludo ringraziando la mia famiglia, per aver sempre creduto in me sostenendomi e aprendomi le porte al mondo. 

Personalmente adoro questa storia. Penso che la storia di Enrica sia veramente uno di quei rari casi in cui una persona già in età adolescenziale sa già quello che vuole e fa di tutto per ottenerlo andando contro tutti, tutto e scardinando la situazione comoda per andare alla ricerca dell’avventura e di conferme che troverà solo lungo un percorso in salita. Anche da questa splendida storia penso ci siano delle cose che possiamo portarti a casa.

CASA E' SEMPRE CASA, MA... Ma con la giusta predisposizione mentale, apertura e voglia di scoperta nonostante di casa ce ne sarà sempre e soltanto una ci sono molti posti in cui si può star bene, crescere e sentirsi soddisfatti. Enrica ha trovato tutto ciò in Turchia e sono sicuro che ognuno di noi può trovare almeno 3 posti al mondo dove ottenere quello che ci aspettiamo dalla nostra vita.

AVERE IL CORAGGIO DI SALIRE SUL TRENO. Una cosa molto vera, nella vita passano dei treni, alcuni sono talmente grandi da farci paura, ma la paura è normale e non deve fermarci, la paura è quella sensazione legata alla scoperta di qualcosa di nuovo che subito esser saliti sul treno si trasforma in adrenalina per farvi scoprire un lato di voi che ancora non avete scoperto... Credetemi, non abbiate paura dei treni. Anzi, cercateli: scoprirete il vostro vero potenziale.

PROVARE PERCHE' NON SI HA NULLA DA PERDERE. Amara verità, i giovani non hanno nulla da perdere e da giovani prendere la decisione di salire su un nuovo treno è più semplice. Pensateci, cosa perdereste provando uno spostamento momentaneo...? A cosa andreste incontro? Ve lo dico io. Andreste incontro alla possibilità che la nuova esperienza vi piaccia o alla possibilità che non vi piaccia e quindi deciderete di tornare a casa, il risultato anche in questo secondo caso sarà quello che tornerete a casa carichi di nuove esperienze, conoscenze e con una diversa apertura mentale, quindi in ogni caso ci avrete guadagnato!

Un caro saluto.
Gianluca

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