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Psicologia della Notizia

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A cura di Florinda Bruccoleri

Resistere alle tentazioni, il Marshmallow test

Forse sarebbe il caso di chiederci se ha più valore una gratificazione immediata e temporanea o la conquista di quella felicità costruita imparando a padroneggiare i nostri pensieri e le nostre azioni in vista di qualcosa di più appagante e soprattutto duraturo

Se vi dovessi chiedere: “siete capaci di resistere ad una tentazione?”, qual è la prima cosa che vi viene in mente e la risposta più spontanea che dareste tra si e no? Sapete che resistere alle tentazioni da piccoli, e quindi in un certo senso essere capaci di aspettare per una gratificazione, vuol dire poter diventare degli adulti con più autocontrollo e più inclini al successo?

A conferma di quello di cui voglio parlarvi oggi c’è uno dei più importanti esperimenti di psicologia comportamentale condotto per la prima volta nel 1972 da Walter Mischel dell’Università di  Stanford. L’esperimento dei Marshmallow vede come protagonisti bambini di 4 anni a cui viene dato loro un marshmallow, appunto, con la promessa di riceverne un secondo se capaci di attendere 15 minuti non cedendo alla tentazione di mangiare quello che si trovano di fronte. 

Nel video (https://www.youtube.com/watch?v=QX_oy9614HQ) si vede perfettamente che ci sono bambini capaci di saper resistere seppur con difficoltà e altri che invece non riescono a tollerare il loro desiderio di mangiarlo nonostante la promessa fattagli di riceverne un altro.

Negli anni successivi all’esperimento originario l’autore ha monitorato e studiato i bambini che erano stati sottoposti al test valutando sia la loro personalità e il loro carattere sia il loro rendimento scolastico. Scoprì che coloro che erano riusciti a controllare i loro impulsi immediati attraverso il pensiero avevano ottenuto migliori risultati scolastici, erano in grado di pianificare il loro tempo e capaci di gestire le situazioni stressanti; mentre i più “golosi” e impazienti erano diventati adulti più insicuri, più incapaci nel concentrarsi, nel controllare gli impulsi e nel riuscire a mantenere le amicizie.

Cosa si può concludere, quindi, da questo esperimento? Cosa possiamo imparare? Sicuramente che, come ha affermato lo stesso autore del test, questo non misura solo la capacità di autocontrollarsi. La finalità di chiedere ai bambini di aspettare un secondo dolcetto senza mangiare il primo li costringe quasi a dover trovare nella loro mente una soluzione ad un problema che in quel momento si trovano a dover affrontare e cioè l’irresistibile tentazione di cedere a quella delizia. Questo aiuta il bambino prima e l’adulto poi ad imparare a controllare il modo in cui pensa e agisce mettendo in atto delle strategie personali e soggettive che aiutino a raggiungere il risultato. 

Nel video, infatti, si vedono alcuni bambini che adottano delle strategie per resistere: comprendosi gli occhi con le mani, allontanando da sé il piatto, girandosi dall’altro lato, dando calcetti al tavolo, leccando il marshmallow per poi riposarlo, etc. Ecco, se dovessimo adattare queste conclusioni alla nostra realtà fatta di “tutto e subito” dove è diventato così difficile rimandare un piacere in vista, magari, di un obiettivo più grande forse sarebbe il caso di chiederci se ha più valore una gratificazione immediata e temporanea o la conquista di quella felicità costruita imparando a padroneggiare i nostri pensieri e le nostre azioni in vista di qualcosa di più appagante e soprattutto duraturo. 

In fondo è cosi se ci pensate: esiste una sostanziale differenza tra il provare piacere e il sentirsi felici. Ciascuno, poi, sceglie a suo modo.


Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

Resistere alle tentazioni, il Marshmallow test

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