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Psicologia della Notizia

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A cura di Florinda Bruccoleri

Genitori e figli: capire per capirsi

Fare il genitore è un'esperienza difficile. E in certi momenti diventa anche un lavoro faticoso. Solo che non si riflette mai su quanto sia altrettanto difficile e complicato l’essere figli

Leggere gli eccessi delle cronache, ascoltare notizie che hanno come protagonisti i ragazzi, allarmarsi tra le mura di casa per quelle ribellioni improvvise dei figli che lasciano inevitabilmente attoniti i genitori. Chi ha figli lo sa bene: fare il genitore è un'esperienza difficile. E in certi momenti diventa anche un lavoro faticoso. Solo che non si riflette mai su quanto sia altrettanto difficile e complicato l’essere figli.

Capita spesso di osservare come già a quattro anni un bambino riesca a mettere in crisi un’intera famiglia con bizzarri capricci proprio quando è il momento di andare a letto o quando in età scolare metta in moto battaglie tutti i pomeriggi per completare i compiti. Quando poi si arriva alle soglie dell’adolescenza, può solo andare peggio. Eppure quegli stessi figli, fino a qualche tempo fa sembravano essere così ubbidienti, così dolci, così remissivi, ed oggi? Cosa sta accadendo alle nuove generazioni? Forse semplicemente stanno solo crescendo! Ma questa spiegazione appare molto limitante e spesso insoddisfacente.

Forse sentono solo il bisogno e il desiderio di diventare grandi in fretta e per farlo non possono che usare la ribellione? Figlio contro genitore è una storia antica che oggi però, anche alla luce di recenti fatti di cronaca, merita uno sguardo più attento. Sempre più spesso i figli possono andare al di là della classica ribellione adolescenziale: insulti, toni minacciosi, risposte spropositate, gesti di sfida, critiche continue, pretese incondizionate e ricatti sono diventati il modo consueto di relazionarsi con uno o entrambi i genitori. 

A questi momenti si alternano magari sporadiche e infantili richieste di affetto e comprensione. Così i genitori, impauriti e indecisi fra l’essere accondiscendenti e il pressare il “pugno duro” non sanno bene cosa fare, si sentono spesso "sbagliati", perché in realtà spesso non si comprende che l'aggressività dei figli ribelli riguarda in fondo il loro processo di crescita, non il rapporto vero e affettivo con i genitori.

Ma questi ultimi ovviamente si interrogano disperati: come sopravvivere a questi momenti di crisi, senza rinunciare ad avere con i propri figli un rapporto soddisfacente e sereno, ma senza abdicare al proprio compito educativo? Molto spesso ci si perde tra queste domande e tra quei sensi di colpa improvvisi e ci si dimentica che la crescita comporta mutamenti repentini che investono tutta la personalità.

Ogni bambino prima e adolescente poi deve costruire gradualmente la propria identità, attraverso percorsi diversi che impegnano la sfera emotivo-affettiva, che deve trovare riscontri in una comunicazione e in un ascolto attivo da parte dei genitori. Con questa garanzia il ragazzo costruisce adagio adagio la fiducia in se stesso, l'autonomia, il distacco dall'egocentrismo, dalla dipendenza degli oggetti primari, dal narcisismo e impara, proprio attraverso la stima che ha potuto costruire attraverso l'amore dei genitori, ad accettare anche le frustrazioni che la realtà necessariamente comporta. 

Quindi un genitore cosa potrebbe fare? Anzitutto imparare a farsi "scivolare addosso" i lamenti dei figli ribelli, resistere e continuare a far sentire loro la propria presenza: non lo ammetteranno mai ma questo dà loro sicurezza. Poi lasciar sfogare, non mettersi sullo stesso piano dei figli reagendo aggressivamente alle loro intemperanze, e continuare a dar loro regole e limiti. Ci sono orari, doveri, regole alle quali attenersi: anche se i figli ribelli tendono a non rispettarli, i genitori non devono stancarsi di ripetere e ribadire. 

Alla lunga ciò darà i suoi frutti. Perché guardiamo anche l’altro lato della medaglia: sono anche molto preoccupanti i figli docili e remissivi che spesso vivono una dipendenza dalla madre e dal padre che però alla lunga diverrà controproducente alla loro crescita adulta (www.riza.it.).

Per diventare autonomi occorre necessariamente fare degli esperimenti e inevitabilmente cadere, così come quando da piccoli si cerca di imparare ad andare in bicicletta, allo stesso modo i figli immancabilmente...ruzzoleranno.

Dott.ssa Florinda Bruccoleri 
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

Genitori e figli: capire per capirsi

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