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Sabato, 20 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Sub lege libertas

In nessun paese civile chi non accetta le decisioni - giuste o sbagliate che siano, ma ne parleremo dopo - va sotto il palazzo di giustizia ad insultare - sì, insultare perché di questo si tratta - i magistrati. Ve lo immaginate voi un avvocato milanese che perde una causa e va sotto il Palazzo di Giustizia di Milano ad insultare - perché di questo si tratta - il procuratore Bruti Liberati? O un avvocato palermitano che perde una causa e va sotto il Palazzo di Giustizia ad insultare il procuratore Lo Voi? E' inaccettabile in un qualunque paese civile. La legge è legge, anche quando non ci piace

Mi insulterà, sia lui che i suoi corifei. Dirà che sono "venduto" (figurarsi...), "pennivendolo" (oh....) e altro (sto tremando tutto...). Minaccerà di querelarmi (sai la novità...).

Mi insulteranno anche i suoi sodali (pochi, stando ai risultati elettorali delle ultime tre o quattro o cinque elezioni) e me ne farò una ragione. Ma è giusto, visto il silenzio omertoso della cosiddetta società civile, dire che quello a cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni non ha eguali in nessun paese civile. 

In nessun paese civile chi non accetta le decisioni - giuste o sbagliate che siano, ma ne parleremo dopo - va sotto il palazzo di giustizia ad insultare - sì, insultare perché di questo si tratta - i magistrati. Ve lo immaginate voi un avvocato milanese che perde una causa e va sotto il Palazzo di Giustizia di Milano ad insultare - perché di questo si tratta - il procuratore Bruti Liberati? O un avvocato palermitano che perde una causa e va sotto il Palazzo di Giustizia ad insultare il procuratore Lo Voi? E' inaccettabile in un qualunque paese civile. La legge è legge, anche quando non ci piace. 

E' questo il principio - il dura lex sed lex - su cui si basano le democrazie liberali. Tutto il resto è arbitrio. E i poliziotti che sono intervenuti, e fatti oggetto anche loro (come nei giorni scorsi il comandante provinciale dei carabinieri) di provocazioni o insulti, hanno la mia solidarietà. Il poliziotto preso di mira, che non conosco personalmente, è il primo dirigente della Polizia di Stato Giovanni Giudice. E' il poliziotto che, a capo della Squadra mobile di Caltanissetta, diede una vera e propria mazzata alle cosche nissene e, in particolar modo, a quelle gelesi. E' il poliziotto che, come poi dimostrato dalle indagini, per la mafia andava fatto fuori, perché con la sua attività investigativa disturbava troppo le famiglie mafiose di Caltanissetta e provincia. Proprio come il commissario capo Giovanni Minardi, oggi capo della Squadra mobile di Agrigento, che - da sottufficiale in servizio al Commissariato di Gela - non fece sconti ad alcuno e combattè in prima linea la criminalità organizzata. Eppure, anche lui deriso e preso di mira nelle ultime settimane.

Io non sono sempre d'accordo con la Polizia di Agrigento: una volta fecero un vero e proprio "pogrom" a casa dei senegalesi di notte, svegliando anche i bambini. Proprio su questa rubrica criticai aspramente quella operazione. Ma la criticai aspramente, come è diritto di tutti. 

Ma veniamo alla questione che Giuseppe Arnone - perché si parla di lui - vuol fare passare sulle demolizioni. Dice che la Procura ha commesso un arbitrio e non lo spiega bene nemmeno lui quale sarebbe questo arbitrio. L'arbitrio, mi pare di capire, sarebbe secondo lui che anziché buttare giù gli abusi più prossimi ai templi, si buttino giù quelli che hanno le sentenze - definitive ed inappellabili - più datate. Il palazzo di cui ciancia, che fa schifo anche a me e non solo a lui, non ha purtroppo una sentenza definitiva. Se si abbattesse quel palazzo, per quanto schifoso, quello sì che sarebbe un abuso. Sub lege libertas. 

P.S.: Riconosco il ruolo di Peppe Arnone fino al 2001, fino alla sua esperienza nel Governo Prodi insieme al sottosegretario Mattioli. Poi boh...


 

Sub lege libertas

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