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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Senza rossore

La dottoressa Giammanco mi ha fatto ricredere: qui non solo si fa quasi niente, ma quel poco che si fa lo si fa premiando i pochi (la libellula bianca e i suoi amici) e penalizzando i tanti (primi fra tutti i bimbi disabili e le loro famiglie)

L'avere sospeso il servizio di assistenza ai bambini disabili è già di per sé la certificazione del fallimento di una istituzione come quella del Comune. L'averlo sospeso poche settimane dopo avere finanziato - nonostante il parere contrario del Consiglio comunale - il cosidetto premio Empedocle (letteralmente 30mila euro presi e buttati nel water)  è un insulto non soltanto a quei bambini e a quei genitori che hanno dovuto subire una ingiusta umiliazione, ma è anche uno schiaffo a tutti noi agrigentini perché per l'ennesima volta ha vinto la famosa frase del film con Alberto Sordi «Il Marchese del Grillo»: «Io sono io e voi non siete un...». Si è dunque passati dalla libellula in bianco che faceva gli onori di casa (ma non era casa sua) al Teatro Pirandello, al papà che si incatena davanti la Prefettura per chiedere un suo diritto. Ho sentito il consigliere Alessandro Patti chiedere scusa. 

Ma non era lui a dovere chiedere scusa. E' la commissaria, la dottoressa Giammanco, a doverlo fare: non si mettono firme così pesanti su un atto come questo trattandolo come un mero problema burocratico. E' una questione di sensibilità. Però mi scuso anche io: credevo che una gestione commissariale sarebbe stata migliore perché si fanno le stesse cose (e cioè quasi niente...) con un costo pressoché azzerato (gli assessori di professione costretti a trovarsi un lavoro...). La dottoressa Giammanco mi ha fatto ricredere: qui non solo si fa quasi niente, ma quel poco che si fa lo si fa premiando i pochi (la libellula bianca e i suoi amici) e penalizzando i tanti (primi fra tutti i bimbi disabili e le loro famiglie). Chissà che ne pensa monsignor Ravasi, il vincitore del prestigioso premio (ma de che...) Premio Empedocle e del quale sul web ho trovato questa chicca: “Si può ritenere che la scintilla della coscienza di sé si sia accesa per un intervento superiore in un ominide il cui organismo ha potuto rappresentare un supporto biologicamente idoneo”. 

Aspettiamo con fiducia che i paleoantropologi trovino al più presto questo «ominide» che abbia ricevuto (fortunato lui!) la scintilla divina. E a quel paleontologo ovviamente non potremo che conferire un bel premio Empedocle alla scienza.

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