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Venerdì, 29 Marzo 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

640 volte vergogna

Quel giorno del 2009 fu posta la prima pietra per il raddoppio del tratto agrigentino della Statale 640. In pompa magna si disse che entro la fine del 2012 i lavori sarebbero stati conclusi. L'ennesima promessa da marinaio

Nel 2009, e sono passati sette anni, sette, io c’ero. Si era dentro un capannone all’altezza di Racalmuto, video e parole e tante autorità. Autorità di grande rilievo: c’era Angelino Alfano già allora mi pare ministro e c’era l’ex ministro, ora scomparso dalle tracce dei radar della politica, Altero Matteoli. E’ lo stesso ministro che rispose, a chi gli chiese conto della fantomatica fidanzata dell’allora potentissimo e sulla cresta dell’onda Silvio Berlusconi (fidanzata che, fu scoperto dopo, non esisteva affatto): “Certo che la conosco!”. 

C’era il presidente dell’Anas, e c’era una selva di deputati e senatori agrigentini e siciliani in genere. Ma non divaghiamo. Quel giorno del 2009 fu posta la prima pietra per il raddoppio del tratto agrigentino della Statale 640. In pompa magna si disse che entro la fine del 2012 i lavori sarebbero stati conclusi. L’ennesima promessa da marinaio.

Siamo infatti a metà del 2016 e ancora c’è un semaforo che funge da collo di bottiglia tra Agrigento e il resto del mondo (e in ordine ai semafori inutile ricordare quelli sulla Ss 189 per Palermo). Per non parlare di un lungo tratto del Rettilineo di Racalmuto ancora esattamente come era sette anni fa e per non parlare di un lungo tratto costruito, aperto al traffico e richiuso perché pressoché crollato... 

L’impressione è che siamo di fronte ad un’altra Salerno-Reggio Calabria. Come se qualcuno facesse più soldi rallentando i lavori. Per dire: lungo il tratto nisseno, dove i maggiori sforzi per ora sono concentrati sulle gallerie, e dunque sotto terra, si vede comunque movimento di mezzo e di uomini. Nel tratto agrigentino no. Qualche tempo fa, diciamo qualche anno fa, quando chiesi a uno dell’impresa il perché gli operai non lavorassero anche il sabato – come succede in tutti i cantieri importanti per le opere pubbliche infrastrutturali – mi rispose che serviva ad aumentare le giornate di lavoro. Ora con l’arrivo delle belle giornate quelle file lungo quel semaforo si fanno sempre più lunghe, perché quello è il passaggio naturale per recarsi verso i litorali. In questi giorni stanno lavorando e presumo che nel giro di un mese dovrebbero anche toglierlo sto semaforo. Ma non dobbiamo dimenticare che è durato un anno e mezzo. Un anno e mezzo e sol perché una frana da quattro soldi (lo dico da non tecnico, ma a occhio è da quattro soldi) non è stata contenuta.

Cara Anas e caro consorzio Empedocle io non lo so quando riuscirete a completare questa benedetta autostrada - che porterebbe gli agrigentini a un’ora e qualche minuto dall’aeroporto di Catania – ma comunque sia sappiate che avete fallito: per fare 38 chilometri state impiegando (almeno) otto anni. Significa 4,75 kilometri all’anno, tredici metri al giorno. Nemmeno le lumache vanno così lente.

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