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"Cimitero di barche" a Lampedusa, l'appello: "Venga valorizzato"

Sabrina Sciabica ha scritto al sindaco Totò Martello ed alle associazioni presenti sull'isola

Un appello al Comune di Lampedusa e alle associazioni umanitarie affinché si valorizzi il "cimitero di barche" che si trova nell'isola. Lo ha lanciato la giornalista Sabrina Sciabica al sindaco Totò Martello ed alle associazioni presenti sull'isola.

"Basterebbe aggiungere, anche in questo luogo funereo, - scrive la giornalista - un segno, un messaggio, una parola di commemorazione. Non si possono accatastare le imbarcazioni in cui tante vite sono andate distrutte come se fossero rifiuti indesiderati".

"Chi viene a Lampedusa - spiega Sciabica - scopre che, proseguendo la strada principale fino alla fine dell’isola, superando un cancello divelto in cui non si potrebbe entrare, giacciono i barconi dei migranti, almeno una decina, buttati lì come fossero sacchi dell’immondizia, riconoscibili dalle scritte in arabo e dalle pessime condizioni. Alcuni sono piccoli, altri più grandi; conservano resti di giubbotti di salvataggio, brandelli di stoffa, rottami vari che li fanno somigliare più a zattere/carretti del mare che a vere e proprie barche. Anzi, per dirla tutta, sembrano rifiuti tossici, portati fin qui, lontano dal paese, affinché nessuno possa vedere ciò che è accaduto e continuare la vacanza dimenticando una parte della realtà".

"Veniamo informati che si tratta di un 'appoggio', in attesa di una sistemazione migliore. Tuttavia, si chiede, ufficialmente, in attesa di cosa? Forse della distruzione definitiva di queste tracce storiche? Forse di essere portate in un luogo consono o in un vero e proprio museo?", conclude Sciabica. 

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